Nelle scorse settimane, per motivi vari, non abbiamo giocato ed io sto continuando a rimandare gli actual play (sono un faticone di merda, lo so), quindi tosto mettiamoci in pari con lo Sci-Fi!
I personaggi sono sempre loro:
* Tariq Astir: il Soldato;
* Zaafir Khalid: l'Operativo;
* Khoury: la Scienziato;
* Yarah Njaimi: la Fuggitiva.
Atterriamo sul pianeta Kharaab, un bel desertone stile Dune, comprensivo di tribù semi nomadi.
Arriviamo nei pressi del nostro obiettivo, un bel tempio stile greco, coi colonnati ed il tetto spiovente, proprio nel mezzo di un'oasi. Li accanto c'è un nutrito numero di tende, così decidiamo di non atterrargli proprio sopra e parcheggiamo la Morningstar un pò più in là.
Ci accoglie il capo dell'assembramento, un tale Asad, che ci accoglie come onorati ospiti (complici anche i tessuti che gli abbiamo regalato, evviva!) e ci spiega che questo tempio è meta di pellegrinaggi regolari da parte delle tribù del pianeta. Inoltre, ha varie reliquie al suo interno ed è protetto da un guardiano, scelto da una tribù a caso ed in segreto, così che sia superpartes.
Ringraziamo e ci avviamo a rubar..prendere la reliquia.
Il tempio all'interno ha una grossa vasca d'acqua al centro dell'unica sala principale, illuminata da un foro sul tetto; il resto dell'edificio è piuttosto spoglio, molto triste.
Ci accoglie Barqan, il guardiano, un uomo sulla 50/60ina, piuttosto piazzato ma niente di pericoloso. Conversiamo amabilmente con lui per un pò su questioni di fede (scopriamo che 'sto tempio è molto antico e si venerano delle forme arcaiche delle Icone) e cerchiamo conferme sulla presenza o meno del manufatto che cerchiamo, cosa che ci conferma. Gli chiediamo un pò di privacy per pregare, che lui ci concede.
Chiaramente non preghiamo, ma cerchiamo il corso d'azione migliore per prendere quello che vogliamo senza arrecare troppi danni al tempio e al guardiano... Non siamo contenti di quello che stiamo per fare ed anche Tariq, che è il meno religioso del gruppo, non è felicissimo di inimicarsi un sacerdote/guardiano delle Icone.
Alla fine decidiamo di andare per un approccio soft: ci parliamo e, nel caso, lo stordiamo.
Convochiamo Barqan per svuotare il sacco: gli diciamo che siamo qui per il manufatto, che se ce lo lascia prendere andremo via senza far niente di male (e faremo dovute penitenze alle Icone) ma sopratutto che se non lo prenderemo noi arriveranno altri, molto meno benintenzionati e con una questionabile flessibilità morale.
Barqan fa spallucce, ma, molto remissivamente, ci accompagna nelle sue stanze, dove è presente una scala a chiocciola che scende in un sotterraneo. Mentre il guardiano ci fa strada, notiamo che sulle pareti della scala ci sono vari disegni di gente che prega qualcosa come enormi uccelli su architravi, dardi di luce, esplosioni e varie iscrizioni in lingue antiche e sconosciute.
Arriviamo in fondo alla scala e davanti a noi si apre un anfiteatro immerso nell'oscurità, l'unica fonte di luce le torce che ci portiamo sulle armature. Barqan avanza verso il centro della costruzione e notiamo nove scranni, su ognuno di loro un cadavere mummificato. Uno di loro ha, in testa a mo di corona, il manufatto che cerchiamo. Nel centro dell'anfiteatro è presente un ammasso di ferraglia pieno di molle, spunzoni, uncini ed altri orribili implementi di tortura, le precedenti vittime ancora impalate su di essi.
Improvvisamente diventiamo tutti più cauti, parecchio più cauti.
Khalid ferma Barqan per chiedergli che diavolo di posto sia questo e il guardiano, per tutta risposta, sparisce nel niente, lasciando il capitano con una manciata di vestiti in mano.
I robi del male! Fonte Qui |
La voce disincarnata di Barqan riecheggia nell'anfiteatro: Il suo vero nome è Barqan Al-Tayyar, un Djinn evocato e legato a questo luogo dal "sacrificio di Nazareem", obbligato a proteggere il luogo e le reliquie in esso contenuto.
A queste parole alcune mummie cominciano a ricoprirsi di una orribile sostanza nera catramosa che sgorga dalle loro viscere, animandoli!
Chiaramente parte la rissa.
Ci si difende benino, i cosi fanno male, Yarah prende una terribile artigliata in faccia che la fa svenire sul colpo, ma il resto del gruppo la vendica piuttosto velocemente... A quanto pare, l'Oscurità tra le Stelle è molto allergica alle fucilate. Anche Ashkan è allergico ai mostri, a quanto pare, visto che uno di loro lo assale e ci rimette quasi le penne.
Barqan se ne risente, ci minaccia e comincia a far montare un vento violento che solleva una quantità industriale di polvere, intasando sensori vari e sopratutto scartavetrandoci la pelle!
Cominciamo ad avanzare verso la corona, riusciamo ad prenderla e ci dirigiamo verso l'uscita di questo posto del cacchio, uscendo prima dai sotterranei e poi dal tempio.
Per trovarci nel mezzo di una terribile tempesta di sabbia.
Yay.
I sensori non funzionano e non riusciamo a localizzare la Morningstar, ma Khoury riesce a tirarci fuori dalla tempesta di sabbia con le sue mad skillz di sopravvivenza. Certo, Tariq, perde nella tempesa Ashkan, ma meglio lui che noi, no?
Accendiamo i post bruciatori della Morningstar e leviamo le tende velocemente da questo ammasso di sabbia, mostri mostrosi e demoni vomitati dall'Oscurità. Ed è solo il secondo incarico!
Sulla nave sbattiamo Yarah in med-bay e Khoury la stabilizza. E' salva, ma rimarrà sfregiata per un bel pò, ma per lo meno è viva e sveglia.
Ci avviamo verso il portale per saltare verso Coriolis, ma, ad un certo punto, veniamo colpiti da una bordata: dei pirati ci hanno beccato!
Cominciamo una battaglia tra navi, ma i pirati non avevano fatto i conti con il potere del cul-dell'abilità di comando del capitano e in breve tempo la nave nemica viene aperta come un barattolo di fagioli spaziali.
Con le palle girate che manco nello spazio si può stare tranquilli, ci apprestiamo, ora si, a fare il jump verso Coriolis...
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Nel combattimento di questa ultima sessione stati dalla parte di chi i critici li prende in faccia, sopratutto Yarah!
Il combattimento si rivela sempre piuttosto letale se entrano danni, ma tende a stallare di brutto se, come è successo a Tariq, si falliscono tiri su tiri.
Però alla fine l'azione è veloce e non intrusiva, scorrevole e divertente, sopratutto quando entrano i critici!
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