Il gruppo è sempre quello:
* Tariq Astir: il Soldato;
* Zaafir Khalid: l'Operativo;
* Khoury: la Scienziato;
* Yarah Njaimi: la Fuggitiva.
Dalla parte opposta della nave, invece, Yarah e Khalid trovano un paesaggio ben diverso: i corridoi sono crivellati di proiettili e anneriti dai colpi di fucili termici. Entrati nel Ponte di comando, i due constatano che la battaglia è proseguita anche qui dentro, ma, stranamente, non sembrano esserci corpi di nessuna delle due fazioni. Solo schizzi di sangue rappreso e poco più. I blast shield della nave sono chiusi, come in assetto da guerra. Khalid, quindi, decide di usare le sue abilità di Data Djinn (hackeraggio, in pratica) per cercare di tirare fuori una cronistoria di quello che è accaduto.
La stanza del reattore è un delirio. Il reattore stesso, un enorme cilindro di diversi metri di altezza, è pesantemente modificato da vari pezzi di lamiera, connettori, cavi e travi che lo attraversano senza uno schema logico. Khoury riesce però a stabilire che la maggior parte dei tubi sembra provenire qualche piano più in basso, dove ci sono gli iniettori di propulsione. Scendendo le varie piattaforme (non facile, visto le varie modifiche apportate all'ambiente) i due si trovano di fronte ad una distesa di costruzioni, a metà tra l'antenna, il totem e il ripetitore elettrico, inondati da cavi e da archi elettrici, la probabile sorgente dell'interferenza che ci sta tenendo inchiodati qui. Inoltre, da una parete che
dovrebbe dare sullo spazio esterno, c'è una breccia da cui proviene della luce.
Il capitano, nel frattempo, apre i blast shield e si rende conto che la tempesta ionica è ben vicina: abbiamo circa quattro ore per andarcene da qui senza morire fritti.
Con un pò di lavoro, inoltre, riesce a recuperare dei log del diario del capitano della nave: sembra che qualcosa li abbia impattati nella zona del reattore, che poi sia stato dato lo stato di emergenza, seguito dall'ordine di togliere l'energia alla nave. L'ultimo log registra un accesso non autorizzato al ponte di comando.
Salvati i log, il capitano rende l'energia ad alcuni sistemi: Reattore, Hangar, luci e comunicazioni e, mentre Yarah si dirige in fretta verso l'hangar per prendere la cassa, cerca di mettersi in contatto con gli altri due, ricevendo come risposta un sonoro "BOOOOM".
Di la, nel frattempo, Khoury giunge alla conclusione che, per togliere l'alimentazione alle antenne, bisogna tranciare dei cavi, che, chiaramente non sono proprio pensati per essere toccati da esseri viventi, non sembrando affatto schermati. Nel frattempo Tariq nota da dentro la breccia dei movimenti e passa a Khoury la sua spada mercurium. Mentre la donna, con un colpo magistrale, recide i cavi giusti, Tariq lancia una granata dentro la breccia. Il risultato è un'esplosione bella intensa, con un sacco di rumori di roba meccanica che si spezza e collassa. Tariq prende Khoury di peso e comincia a correre verso la porta, mentre la stanza comincia a depressurizarsi e colpi di termico volano intorno a loro. Arrivati all'uscita la porta si sta chiudendo in automatico per la depressurizzazione: il tempo è poco e Tariq lancia Khoury attraverso la porta prima di lanciarsi anche lui ed uscendo per un soffio.
I due gruppi riescono a rimettersi in contatto: si danno appuntamento all'airlock che porta alla Morningstar, con Yarah che arriva con la cassa.
Prima di abbandonare la Cataphract, Khalid manda in sovraccarico il cannone principale della nave, nella speranza di farla esplodere insieme agli automi.
Al boccaporto i preparativi sono frenetici: tutti fanno qualcosa per muoversi più velocemente possibile verso la Morningstar.
Dentro la nave, le due donne fanno ripartire i sistemi senza troppi problemi, ma Lilith sembra non riavviarsi e rimanere spenta...
Fuori, invece, Khalid viene colpito alle spalle da un colpo di fucile termico da l'unico bot assassino sopravvissuto: per fortuna l'armatura assorbe buona parte del colpo e il capitano riesce a mettersi in salvo. La Morningstar così riparte, giusto in tempo per vedere il cannone sovraccaricarsi ed esplodere, portando via con se buona parte della Cataphract.
Ci prendiamo qualche minuto per respirare e farci rattoppare, dopodichè il capitano comincia a cercare di svegliare l'IA di bordo. Lilith sembra essersi avvolta in multipli strati di firewall che rendono l'operazione molto difficile, ma, con un pò di calma (e un sacco di reroll) Khalid riesce a sbloccarli tutti fino a far ripartire la IA. E, con nostra (dei giocatori) gioia, vediamo che il Master brucia ben dieci punti oscurità.
Lilith si riavvia, non sembra diversa ed anche le diagnostiche ci rassicurano: non ci sono errori da nessuna parte e tutti i sistemi sono in funzione. Dai log della nave sembra che qualcosa, mentre ci avvicinavamo alla Cataphract, abbia tentato di violare Lilith, che, di riflesso, si è chiusa nei firewall per evitare la compromissione del sistema.
Un pò scettici, ma in fondo sollevati, facciamo rotta per Coriolis per riscuotere il nostro pagamento.
Sessione scorsa eravamo stati assaliti dal fratello zittone del T-800 di Terminatoriana memoria, che aveva lasciato Tariq e Khalid in condizioni piuttosto pessime.
Quella santa di Khoury rappezza i due uomini al meglio che può, e, mentre riprendiamo fiato, sempre Khoury comincia a smontare il bestio, riuscendo a prendere il suo nucleo centrale (una specie di palletta piena di circuiteria), ancora attaccato alla batteria e il fucile termico che il coso aveva saldato al braccio, con anche un paio di caricatori.
Yarah, nel frattempo, cerca il container oggetto della nostra cerca e lo trova, bellino e al suo posto. Dentro c'è una cassa metallica, intatta, che risponde alla descrizione che ci ha fornito Ghanem, levandoci il dubbio che possa essere il suo contenuto a creare le interferenze.
Chiaramente pesa troppo per portarla a mano e, con le interferenze che ammazzano l'elettronica, non troviamo manco un muletto funzionante.
Decidiamo quindi di dividere il party e di dirigerci nei due posti dove, secondo noi, potremmo trovare la sorgente di questa interferenza: Khoury e Tariq si dirigono al reattore mentre Yarah e Khalid al ponte di comando.
Il viaggio all'interno della nave è poco agevole, visto che tutti i sistemi elettronici sono fuori uso, quindi tutti i portelloni vanno operati a mano, ma entrambi i gruppi raggiungono le loro destinazioni.
Vicino al reattore, Tariq e Khoury notano che i corridoi sono sempre più ridotti male ma non, come immaginabile, da delle esplosioni o simili, ma sembra che siano stati smontati un pò casualmente. I due arrivano al portellone stagno della sala del reattore e notano che, dalla porta, filtra una luce intermittente piuttosto forte. Khoury riesce a ridare energia al pannello di controllo della porta e lancia una diagnostica: nessun elemento radioattivo o pericoloso per le persone sembra essere presente nella sala. Con Tariq in copertura e pronto a fare fuoco, Khoury apre la porta...
I corridoi della Cataphract. Fonte |
La stanza del reattore è un delirio. Il reattore stesso, un enorme cilindro di diversi metri di altezza, è pesantemente modificato da vari pezzi di lamiera, connettori, cavi e travi che lo attraversano senza uno schema logico. Khoury riesce però a stabilire che la maggior parte dei tubi sembra provenire qualche piano più in basso, dove ci sono gli iniettori di propulsione. Scendendo le varie piattaforme (non facile, visto le varie modifiche apportate all'ambiente) i due si trovano di fronte ad una distesa di costruzioni, a metà tra l'antenna, il totem e il ripetitore elettrico, inondati da cavi e da archi elettrici, la probabile sorgente dell'interferenza che ci sta tenendo inchiodati qui. Inoltre, da una parete che
dovrebbe dare sullo spazio esterno, c'è una breccia da cui proviene della luce.
Il capitano, nel frattempo, apre i blast shield e si rende conto che la tempesta ionica è ben vicina: abbiamo circa quattro ore per andarcene da qui senza morire fritti.
Con un pò di lavoro, inoltre, riesce a recuperare dei log del diario del capitano della nave: sembra che qualcosa li abbia impattati nella zona del reattore, che poi sia stato dato lo stato di emergenza, seguito dall'ordine di togliere l'energia alla nave. L'ultimo log registra un accesso non autorizzato al ponte di comando.
Il reattore in tutta la sua gloria. Fonte |
Di la, nel frattempo, Khoury giunge alla conclusione che, per togliere l'alimentazione alle antenne, bisogna tranciare dei cavi, che, chiaramente non sono proprio pensati per essere toccati da esseri viventi, non sembrando affatto schermati. Nel frattempo Tariq nota da dentro la breccia dei movimenti e passa a Khoury la sua spada mercurium. Mentre la donna, con un colpo magistrale, recide i cavi giusti, Tariq lancia una granata dentro la breccia. Il risultato è un'esplosione bella intensa, con un sacco di rumori di roba meccanica che si spezza e collassa. Tariq prende Khoury di peso e comincia a correre verso la porta, mentre la stanza comincia a depressurizarsi e colpi di termico volano intorno a loro. Arrivati all'uscita la porta si sta chiudendo in automatico per la depressurizzazione: il tempo è poco e Tariq lancia Khoury attraverso la porta prima di lanciarsi anche lui ed uscendo per un soffio.
I due gruppi riescono a rimettersi in contatto: si danno appuntamento all'airlock che porta alla Morningstar, con Yarah che arriva con la cassa.
Prima di abbandonare la Cataphract, Khalid manda in sovraccarico il cannone principale della nave, nella speranza di farla esplodere insieme agli automi.
Al boccaporto i preparativi sono frenetici: tutti fanno qualcosa per muoversi più velocemente possibile verso la Morningstar.
Dentro la nave, le due donne fanno ripartire i sistemi senza troppi problemi, ma Lilith sembra non riavviarsi e rimanere spenta...
Fuori, invece, Khalid viene colpito alle spalle da un colpo di fucile termico da l'unico bot assassino sopravvissuto: per fortuna l'armatura assorbe buona parte del colpo e il capitano riesce a mettersi in salvo. La Morningstar così riparte, giusto in tempo per vedere il cannone sovraccaricarsi ed esplodere, portando via con se buona parte della Cataphract.
Ci prendiamo qualche minuto per respirare e farci rattoppare, dopodichè il capitano comincia a cercare di svegliare l'IA di bordo. Lilith sembra essersi avvolta in multipli strati di firewall che rendono l'operazione molto difficile, ma, con un pò di calma (e un sacco di reroll) Khalid riesce a sbloccarli tutti fino a far ripartire la IA. E, con nostra (dei giocatori) gioia, vediamo che il Master brucia ben dieci punti oscurità.
Lilith si riavvia, non sembra diversa ed anche le diagnostiche ci rassicurano: non ci sono errori da nessuna parte e tutti i sistemi sono in funzione. Dai log della nave sembra che qualcosa, mentre ci avvicinavamo alla Cataphract, abbia tentato di violare Lilith, che, di riflesso, si è chiusa nei firewall per evitare la compromissione del sistema.
Un pò scettici, ma in fondo sollevati, facciamo rotta per Coriolis per riscuotere il nostro pagamento.
Nessun commento:
Posta un commento